Il Palazzo Ducale: tra i Principi-guerrieri dediti non solo alla guerra, ma anche raffinati cultori delle arti e delle scienze, un posto di assoluto rilievo assunse, nella seconda metà del quattrocento il celebre Federico da Montefeltro signore di Urbino dal 1444 al 1482. Sotto di lui il ducato raggiunse il suo massimo splendore, diventando uno dei centri politici più importanti d'Italia e, dal punto di vista culturale, uno tra i più attivi dell’età umanistica. Federico fu principalmente un valoroso capitano di ventura, specialista nell'arte della guerra, un potente signore, ma anche un illuminato mecenate, un uomo colto e raffinato, amante di scienze, lettere ed arti, che seppe, tra una battaglia e l'altra, attorniarsi di personaggi tra i più qualificati del tempo in svariate branche del sapere umano. Alla sua corte soggiornarono e vi lavorarono uomini insigni quali Donato Bramante, Paolo Uccello, Leon Battista Alberti, Luca Pacioli, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Piero della Francesca. Il suo Palazzo, splendida dimora principesca tra le più eccelse dell’architettura italiana del Rinascimento, divenne la sintesi di un microcosmo iconografico e simbolico fatto di virtù, arti, tecnologia e scienza. La costruzione del palazzo iniziò intorno al 1450 ed alla morte del Duca Federico, avvenuta nel 1482, era stato completato su due piani. Solo verso la metà del XVI secolo, fu aggiunto un terzo piano trasformandolo in un aspetto simile all’attuale. Federico, oltre alle attività puramente artistiche, amava anche la scienza e la tecnica. Le tracce di tale amore sono ancora oggi ben vive e tangibili in alcuni luoghi e nelle decorazioni del palazzo quali l’iconografia scientifica del famoso “studiolo del Duca”, l’orologio solare collocato nel giardino pensile e le 71 formelle scolpite in pietra, in parte attribuite a Francesco di Giorgio Martini, raffiguranti macchine da guerra e d’assedio, panoplie, sistemi idrauliche, strumenti nautici e musicali.
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